La comunicazione del rischio climatico in cinque punti

La “comunicazione del rischio climatico” è la comunicazione dei cambiamenti climatici e della transizione ecologica, e quindi del problema e delle soluzioni da mettere in campo in risposta a un’emergenza climatica globale. Esperti, media e istituzioni giocano un ruolo centrale nella comunicazione del rischio climatico alle persone. Come fare? In questi cinque punti abbiamo riassunto le principali informazioni e consigli per una comunicazione accurata ed efficace.

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SULLE CAUSE ESISTE UN CONSENSO

Più del 99% degli studi scientifici dimostrano che la causa dell’attuale riscaldamento globale sono le emissioni di gas serra causate dall’utilizzo dei combustibili fossili. Si tratta di oltre 88 mila studi frutto di decenni di ricerca scientifica. Eventuali posizioni e “voci” al di fuori di queste premesse, indipendentemente da chi vengano sostenute e diffuse, sono quindi prive di fondamento. Queste conclusioni scientifiche sono per altro state approvate anche a livello politico da più di 190 Stati, Italia inclusa.

La crisi climatica non conosce colore né partito politico. La realtà e la gravità della crisi climatica devono rappresentare un punto di partenza condiviso del dibattito pubblico e politico sulle sue soluzioni.

Per garantire che il comune problema sia affrontato con successo e nel rispetto dei sani princìpi di democrazia, bisogna contribuire a far sì che il consenso scientifico e politico internazionale sulle cause antropiche della crisi climatica sia noto a tutti.

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PARLARE DELLE SOLUZIONI

Come ricorda l’IPCC nel suo ultimo rapporto, dobbiamo agire per una rapida e consistente riduzione delle emissioni di gas serra già in questo decennio, concentrando gli sforzi nei settori di energia, trasporti, edilizia, industria, agricoltura e nella gestione e utilizzo delle foreste e del suolo. Per l’Unione Europea gli obiettivi di riduzione sono del 55% al 2030 e neutralità climatica al 2050. È fondamentale anche definire efficaci piani e azioni di adattamento per proteggere i territori e le comunità dagli impatti non evitabili dell’emergenza climatica.

Servono volontà politica e cooperazione a tutti i livelli della società, partendo dal coinvolgimento di cittadini, decisori politici e istituzioni in un dibattito pubblico nel quale la scelta delle soluzioni può essere influenzata da orientamenti politici, situazioni locali e sviluppi tecnologici futuri e in corso.

È di esperti, media e istituzioni la responsabilità di dare forma e supportare un’adeguata discussione pubblica e politica sulle più efficaci azioni da mettere in campo. Per fare questo, bisogna diffondere al meglio e con urgenza la conoscenza e la consapevolezza delle soluzioni, che includono le azioni di mitigazione, cioè di riduzione delle emissioni di gas serra, e le azioni di adattamento agli impatti non evitabili.

Insomma, parliamo delle soluzioni.

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SPIEGARE CO-BENEFICI E SOSTENIBILITÀ

La crisi climatica è un problema che riguarda tutto il sistema Terra e costituisce una minaccia per la sicurezza, la salute e il benessere sociale ed economico delle persone. Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e riguardano la nostra economia, la nostra società e l’ambiente. Per questo serve agire con soluzioni urgenti efficaci, condivise e proporzionate alla gravità del problema.

Si tratta di soluzioni che aprono la strada a enormi opportunità per il rinnovamento della società, inclusi i co-benefici per l’ambiente, per la salute e quelli occupazionali. I contesti sono innumerevoli: la produzione di energia, i trasporti, la salute pubblica, la tutela degli ecosistemi, la gestione del suolo e delle aree urbane. Ma anche l’agricoltura, l’industria, l’economia e la finanza, la scuola e la ricerca scientifica.

Questi ambiti, in stretta relazione tra loro, costituiscono i tre pilastri del concetto di sostenibilità: ambientale, economica e sociale. Pertanto, in una comunicazione responsabile del rischio climatico nessuno di questi aspetti dovrebbe essere trascurato.

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ESSERE CHIARI, TRASPARENTI E CONCRETI

Nel suo più recente rapporto l’IPCC fornisce un elenco di misure e il loro impatto sulla riduzione delle emissioni di gas serra, in cui si spiega anche la misura delle incertezze. L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha redatto una roadmap per arrivare a emissioni nette zero entro il 2050. Quello che emerge è chiaro: serve un deciso aumento dell’energia generata da fonti rinnovabili, che garantiranno la quasi totalità del fabbisogno energetico mondiale.

Per comunicare il rischio climatico con chiarezza, trasparenza e concretezza bisogna diffondere informazioni sui cambiamenti climatici e sulla transizione ecologica a partire da fonti verificate e qualificate, facendo attenzione a un corretto utilizzo delle parole. Urgente è chiarire l’esistenza di un consenso scientifico sulle cause antropiche della crisi climatica e informare al meglio sulle necessarie e diversificate misure di mitigazione e di adattamento da intraprendere.

È opportuno anche prestare attenzione al greenwashing di enti e aziende che possono cavalcare presunte azioni “green” ed “ecologiche” celando un reiterato impegno delle loro attività economiche basate sulle energie fossili.

Azioni IPCC

Il testo della figura è tradotto dall’inglese. Fonte della figura originale: Babiker, M.; Sugiyama, M.; Cohen, B.; Toribio Ramirez, D.; Blok, K. (2022): Data for Figure SPM.7 – Summary for Policymakers of the Working Group III Contribution to the IPCC Sixth Assessment Report. MetadataWorks, 04 April 2022. 10.48490/ayfg-tv12. www.ipcc.ch/report/ar6/wg3/figures/summary-for-policymakers/figure-spm-7

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FARE ATTENZIONE ALLE EMOZIONI

L’approccio alla comunicazione gioca un ruolo chiave nell’influenzare la percezione di una minaccia e la capacità di risposta delle persone durante le crisi ed emergenze. Per rispondere in modo efficace non basta trasmettere informazioni accurate.

Nella comunicazione del rischio climatico è necessario ricordare il ruolo centrale delle emozioni nei processi decisionali delle persone, comunicando preoccupazione per un problema, speranza e partecipazione alle soluzioni, senza abusare delle emozioni. Inoltre, occorre che la comunicazione tenga conto dei naturali bias cognitivi che, specialmente durante le crisi, possono alterare la percezione della realtà.

Su commissione dell’IPCC, Climate Outreach ha diffuso brevi raccomandazioni per la comunicazione dei cambiamenti climatici da parte degli scienziati, i cui princìpi possono essere di ispirazione per un’efficace comunicazione del rischio climatico da parte di tutti.

  • pubblicato il 12/08/2022

ultimo aggiornamento 22/08/2022